E' davvero

corretta l'etichetta

«arte astratta»?

Ascolta la risposta qui

Il «Metaformismo Action» segna un cruciale salto dal «movimento» all’«azione» secondo il principio rispecchiato dall’opera letteraria di Ernst Hemingway, il quale ben distingue tra la fase preparatoria (il «movimento») e la fase risolutoria (l’«azione») di qualsiasi evento fenomenico. Intravedendosi così la necessità di superare i limiti dei cosiddetti «movimenti» artistici, spesso solo teorici e comunque di breve durata, si deve pervenire velocemente all’«azione», l’unica in grado di sedimentare nel tempo la fiducia nelle idee, dando al fatto costituito stabilità e durata. Per Giulia Sillato la «action» esprime la modernità nella misura in cui essa concretizza irrevocabilmente l'intento del soggetto, conferendogli «forma» e «materia». E infatti su tale premessa l’autore costruisce la piattaforma filosofica in oggetto, traendo, sì, spunto dal principio dello scrittore statunitense, ma non solo da lui … intrinsecamente, infatti, la piattaforma sottende anche il concetto di «Onticità», introdotto nel sistema filosofico internazionale dal tedesco Martin Heidegger, esperto di Ontologismo Fenomenologico, che con l’inedito vocabolo «Onticità» teorizza la necessità di specificare la qualità dell’Essenza delle cose, da lui precedentemente vocabolarizzata come «Ontologia». La piattaforma dunque promuove un approccio di tipo «Ontico» all’opera d’arte non-figurativa in quello spirito di urgenza di riconoscere la qualità della «forma», la quale diventa così una preziosa chiave di lettura per decifrare il messaggio dell'artista.

L’opera di Cristiana Grandolfo incarna perfettamente i principi del «Metaformismo Action». Sillato riconosce nella pittura del Maestro un’abilità straordinaria nel penetrare i segreti del cosmo naturale grazie a uno specialissimo trattamento della materia pittorica. Le sue opere, infatti, si imperniano sulla sfida che la «materia» lancia al «colore». E la perfetta fusione tra i due indotta dalla «forma» conferma la visione di Sillato: questo tipo di pittura è un classico signum della non-figurazione.

Grandolfo, diplomata in scenografia presso l'Accademia di Belle Arti di Bari - con una formazione che include anche pittura e moda - esibisce una pittura tattile e polimaterica. Le sue opere nascono da un’ispirazione legata a una visione mediterranea ancestrale perché propone forme simboliche di una realtà storica, mitologica e archetipica. L’artista stessa sottolinea come le sue opere siano depositarie di un’antica eredità culturale, ma al contempo aperte verso approdi più vicini al nostro tempo con ugual obiettivo: tenere vivo il senso della bellezza.

Cristiana Grandolfo crea «forme» polimateriche in continua mobilità e trasformazione … come il vento, come il mare, come la terra in cui vive. In particolare, le sue opere bicrome possono richiamare antichi bassorilievi e la «forma» in esse acquisisce un moto quasi molecolare - circolare, verticale o diagonale - permettendo anche letture di stampo classico: una battaglia, un giudizio universale o una deposizione. L’artista ha anche realizzato opere pittoriche in formato quadrato che, ruotate, si giustappongono di volta in volta generando immagini differenti, una «meta-visione» in linea con la ricerca della «forma» che si «tras-forma». Giulia Sillato interpreta l’arte di Cristiana Grandolfo come la traduzione emozionale di intuizioni, di ideali, di sogni, di aspirazioni che prendono «forma». Ad esempio, l'opera Attraverso (2022) è vista come una trasposizione cromo-materica dell’ideale romantico del «Sublime», inteso alla maniera ottocentesca come quel qualcosa che, apparendo, incute timore. L’installazione pittorica è realizzata con una tecnica che crea superfici increspate e mosse, simili a un mare in tempesta, richiamando appunto la dimensione estetica del Sublime Romantico.

Cristiana Grandolfo, riconosciuta come Maestro del Contemporaneo Italiano, è una delle sette personalità convenute sulla piattaforma filosofica del «Metaformismo Action», creata nel 2020 dallo storico dell’arte Giulia Sillato. Questa nuova realtà, configuratasi in termini teoretici chiari e definitivi nel corso della lunga pausa imposta dalla pandemia, rappresenta un’evoluzione del concetto originario di «Metaformismo», vocabolo coniato nel 2010 per indicare un nuovo modello interpretativo volto ad allineare sul fronte della «forma» tutte le tendenze artistiche dalla metà del secolo scorso ad oggi.

Il coinvolgimento dimostrato da Cristiana Grandolfo nel «Metaformismo Action» sin dal 2020, dopo essere stata sul percorso del «Metaformismo» anche negli anni precedenti, sottolinea il suo apprezzamento nei confronti di una visione critica che esalta la composizione artistica come atto creativo di «forme», finalizzato a scolpire icone a-temporali e a-spaziali e a consentire la ricerca della bellezza, distinguendo queste da quelle che Jean Baudrillard definiva «forme svuotate di senso». Il lavoro di Cristiana è un dialogo continuo con la storia e la tradizione e si manifesta attraverso un’arte che, pur essendo non-figurativa, rifiuta il nichilismo in favore della poesia e della bellezza.