Di seguito sono elencate le numerose iniziative editoriali alle quali l’artista ha prestato il suo talento grafico e pittorico come illustratrice:

  • Partecipare, rivista mensile, copertina di Cristiana Grandolfo per i numeri 141, 205, 214, 222, 224, 227, 233, 244, 263, 302, 312, 412, 442, Gruppo Buona Stampa Partecipare, Santeramo in Colle.

  • Natale con i tuoi… Pasqua con chi vuoi, copertina di Cristiana Grandolfo, Centrospecchio Edizioni, Bari 1986.

  • Quaderni di Protezione Civile, illustrazioni di Cristiana Grandolfo, Regione Puglia, Bari 1987.

  • I nostri redditi, le nostre imposte, illustrazioni di Cristiana Grandolfo, Camera di Commercio, Bari 1989.

  • Il sé e l’altro, illustrazioni di Cristiana Grandolfo, Edital Roma, Bari, 1994.

  • Messaggi, Forme, Media, illustrazioni di Cristiana Grandolfo, Edital Roma, Bari, 1994.

  • D’azzurro e di rovi, Francesca Caffiero, copertina e illustrazioni di Cristiana Grandolfo, Schena Editore, Fasano 2003.

  • La favola delle ciliegie, copertina e illustrazioni di Cristiana Grandolfo, Puglia Vox, Conversano 2013.

Qualificati riferimenti bibliografici completano il profilo del maestro:

  • Catalogo dell’Arte Moderna, Editoriale Giorgio Mondadori, dal 2010 al 2018.

  • Giulia Sillato, Il Metaformismo©. L’onticità della forma nell’arte non-figurativa, con un saggio di Stefano Zecchi.

  Ci sono percorsi che nascono da un'inclinazione naturale, un talento che fin da subito brucia di urgenza e promesse. Quello di Cristiana Grandolfo è uno di questi. La sua è una storia che inizia tra i banchi del Liceo Artistico di Bari, dove la pittura non è solo una materia di studio, ma un linguaggio d'elezione, un destino che si compie con un diploma meritato a pieni voti. L'Accademia di Belle Arti e la specializzazione come stilista di moda non sono state semplici tappe di un curriculum, ma tessere di un mosaico più grande: la ricerca incessante della "forma" in ogni sua espressione, dal tratto sulla tela al taglio di un abito.

Ma l'arte, a volte, sceglie sentieri inaspettati. Per un decennio, il suo talento si esprime "dietro le quinte": come illustratrice editoriale e grafica pubblicitaria, la sua mano definisce copertine e impreziosisce volumi, guadagnandole una solida fama. Lavora persino come disegnatrice per il Ministero dei Beni Culturali, un'esperienza tecnica che affina il suo rigore e la sua precisione. Eppure, sotto la superficie, la vocazione più profonda, quella per la pittura pura, fremeva.

È negli anni Novanta che Cristiana esce "allo scoperto", scegliendo la tela come campo di battaglia e di rivelazione. Abbraccia la sfida più complessa e intrigante, quella del dialogo tra forma e colore, un universo di problemi irrisolti e di infinite possibilità. È l'inizio di un'ascesa segnata da incontri straordinari, quasi predestinati.

Il 1997 è l'anno della svolta. Al prestigioso Festival Mediterraneo di Conversano, un crocevia di culture e linguaggi artistici, Cristiana presenta Music Syndon, un'opera monumentale di oltre quattro metri. Un simbolo dell'infinito che unisce Occidente e Oriente in un abbraccio di armonia universale. A notarla, e a rimanerne folgorati, sono due giganti del pensiero e della musica: Franco Battiato e il filosofo Manlio Sgalambro. Il loro apprezzamento non è un semplice complimento, ma un'investitura, il riconoscimento di un'anima affine che sa dialogare con l'assoluto.

Pochi anni dopo, nel 2001, un altro incontro magico. Ad Alberobello, il grande artista belga Jean-Michel Folon, pittore e scultore di fama mondiale, rimane estasiato dalla sua pittura. Le lascia in dono un bozzetto con una dedica: un gesto che vale più di mille premi, il sigillo di un maestro che riconosce in lei una scintilla di grandezza.

Ma l'arte di Cristiana non è solo profondità cosmica; è anche acume, ironia, intelligenza fulminante. Lo dimostra nel 2006, quando trasforma una vignetta in un capolavoro di critica istantanea. Durante una lezione del filologo Luciano Canfora, lo ritrae come un Michael Schumacher al volante di una Ferrari, un modo geniale per rappresentare la velocità e la precisione del suo pensiero. L'opera non solo diverte il professore, ma conquista il critico d'arte Giovanni Amodio, che le dedica un'intera pagina, celebrando la sua "maestria mentale, prima che grafica".

Oggi, Cristiana Grandolfo vive e opera a Monopoli, ed è una figura di spicco nel Metaformismo, il movimento artistico che esplora l'essenza della forma nell'arte non-figurativa. La storica dell'arte Giulia Sillato definisce la sua pittura "un vero e proprio caso esplosivo da tenere d'occhio", elogiando la sua capacità quasi soprannaturale di "penetrare i segreti del cosmo attraverso uno specialissimo trattamento della materia pittorica". Insieme ad altri sei maestri, Cristiana guida oggi la piattaforma "Metaformismo Action", continuando a esplorare quel confine impalpabile dove la materia si fa emozione e il colore si fa pensiero. Un viaggio artistico che, dalle solide basi accademiche agli incontri che segnano una vita, non ha mai smesso di guardare oltre, verso l'infinito.

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La vita e l’arte di Cristiana Grandolfo sono un viaggio straordinario, dove ogni passo racconta la differenza tra il vivere e il creare. Immersa da sempre nei colori vibranti della natura e nelle sfumature dell’animo umano, Cristiana ha trasformato la sua visione in un percorso artistico intenso e autentico, che l’ha condotta fino alla docenza nelle discipline pittoriche. La sua formazione, ricca di esperienze e incontri memorabili, è punteggiata da dialoghi con figure emblematiche del Novecento: dal mistico e raffinato Franco Battiato al poetico Jean-Michel Folon, il Maestro belga che ha intrecciato la sua arte con il design italiano di Olivetti. Cristiana si muove con grazia e determinazione, consapevole del proprio valore, e raccoglie i frutti più preziosi che un’artista possa desiderare: riconoscimento, ispirazione, bellezza. Per entrare nel cuore del suo universo creativo, vi invitiamo a scoprire la Monografia del Metaformismo Action, disponibile nelle migliori librerie.